domenica 26 settembre 2010

Waniyetula - Iron City 1971-78 (2006)

I Waniyetula (non ho idea di come si pronunci) sono stati una band tedesca attiva dal 1969 fino ai primi anni '80, e hanno avuto una storia a dir poco travagliata ed inusuale. Il loro primo album Nature's Clear Well era pronto nel 1975 ma la band impiego' tre anni per trovare una casa discografica disposta a curarne la diffusione, una label americana di cui non ricordo il nome, la quale cambio' il nome della band in Galaxy perche' questo fu giudicato piu' catchy. Tutto cio' senza avere il permesso della band che ovviamente non gradi' l'operazione. Quindi il pur buon album non e' riconosciuto prodotto dei Waniyetula. Costoro intanto nel 1976 avevano pronto un nuovo album, A Dream Within a Dream, basato sull'omonimo romanzo di E.A. Poe. Ma sfiga vuole che proprio quell'anno gli Alan Parson Project pubblicarono il famoso album Tales of Mystery and Imagination, anch'esso basato sullo stesso romanzo dello scrittore inglese e contenente una canzone proprio chiamata A Dream Within a Dream. Di conseguenza i poveri musicisti dovettero aspettare che il pubblico dimenticasse un po' l'opera degli APP e ritrovare una casa discografica che accettasse di pubblicare un disco che rimanda inequivocabilmente ad un altro disco la cui popolarita' risulta difficile da battere. Ci riuscirono nel 1983, quando ormai la band era sulla via dello scioglimento. Nel 2006 poi recuperano un po' di materiale live e in studio e pubblicarono questa raccolta di inediti chiamata Iron City, che abbraccia il periodo 1971-78, a mio parere loro miglior lavoro. I Waniyetula sono Heinz Kuhne a chitarra, voce e tastiere, il bassista Herman Beckert, il batterista Thomas Goerdten, Richard Kersten a chitarra acustica e voce, Norbert Abels alle tastiere. Nonostante le origini teutoniche, ad un primo ascolto la band potrebbe sembrare americana, per il sound infarcito di blues e psichedelia, psichedelia non in stile kraut ma molto piu' west coast, piu' un buon tocco di sinfonismo. I 7 pezzi che compongono l'album sono mediamente lunghi e molto simili fra loro, non e' musica aggressiva o che punta ad un ritornello indovinato, e' piu' musica d'atmosfera, melodie da viaggi fisici o mentali da cui e' molto facile (e piacevole) essere rapiti. Un album che necessita di numerosi ascolti prima di essere assimilato, a cuasa della natura free-form delle canzoni, ma come al solito ne vale la pena, perche' contiene perle di assoluta grazia, senza mai alzare la voce. Chiaramente non e' esente da momenti piu' sottotono, ma non abbastanza da minarne il giudizio positivo.