lunedì 31 dicembre 2012

Argent - An Anthology (1976)

Come detto in precedenza, le antologie difficilmente riescono ad includere i successi "veri" di una band, cioe' quelle canzoni sconosciute ma bellissime, piuttosto contengono le hits commerciali e quei brani per fan dell'ultima ora. Alcune raccolte non cadono in questo errore, soprattutto quando la band in questione non ha una discografia estesa. L'antologia di cui vado a parlare si trova a meta' strada, scegliendo un approccio che tenta di scoprire qualche perla nascosta (Schoolgirl, Pleasure), ma nello stesso tempo cede alla tentazione del successo commerciale (Thunder and Lightning, God Gave Rock and Roll to You). Approccio che io condivido, perche' di una band bisognerebbe conoscere sia il lato piu' ispirato sia quello piu' venale. Gli Argent, nati nel 1969, raccolgono la diretta eredita' degli Zombies, gruppo dei sixties fra i primi a cimentarsi con le nuove sonorita' beat, in quanto fondati dall'ex tastierista Rod Argent, il quale puo' finalmente disporre di una band tutta sua in cui sfogare la propria ispirazione (che a quel punto stava francamente concedendo gli ultimi lampi). Il bassista Jim Redford ed il batterista Bob Henrit formano la sezione ritmica, pratica ed affidabile, e continueranno le rispettive carriere nei Kinks quando gli Argent si sciolgono nel 1976, mentre completa la formazione il controverso cantante e chitarrista Russ Ballard, altra anima e faccia della band, causa dei principali successi come dello scioglimento di questa. Argent crede nel prog e ne segue i principali dettami, a volte risultando non troppo originale, ma la sua fede e' genuina; mentre Ballard e' un chitarrista che parte dall'hard ma in questi anni sta virando verso qualcosa di piu' immediata fruizione, pop e anche disco. Di conseguenza lo stile generale della band si trova giusto in mezzo, fra prog di stampo sinfonico, beat, qualche vagito jazz, hard rock e pop music, il cui lascito non e' dei piu' memorabili ma neanche tutto da buttare via. Strano destino quello degli Argent: troppo famosi per diventare poi una band culto ed essere quindi rivalutati, troppo inferiori ai soliti noti per lasciare tracce indelebili come i veri giganti del prog hanno fatto. A mio parere meritano comunque una chance, alcune canzoni sono delle piccole gemme da custodire con cura. Dicevo, finche' il dualismo e' collaborativo la musica funziona, quando invece Argent e Ballard entrano in collisione di idee circa la strada da intraprendere,  la convivenza non puo' piu' durare e uno dei due deve necessariamente lasciare la band. Ovviamente e' stato Ballard, visto che il fondatore era proprio Rod Argent ed anche perche' Russ era piu' interessato alla carriera solista. C'e' tempo per un altro paio di dischi, trascurabili, prima dello scioglimento definitivo. Sfortunatamente le canzoni non sono in ordine cronologico, quindi non seguiro' la scaletta di questa antologia nel passarle in rassegna. Il primo album omonimo, 1970, risulta molto equilibrato, con Rod che riesce a tenere il chitarrone di Russ sullo sfondo, ma ne sfrutta appieno le impressionanti doti vocali, e l'immediata eredita' degli Zombies e' ancora ben presente e giova al risultato finale. Liar, seconda canzone di quest'album e sesta dell'antologia, e' uno dei brani piu' prog mai realizzati dagli Argent, con cambi di tempo repentini, struttura complicata e atmosfera oscura. Schoolgirl, quarta canzone di quest'album e prima dell'antologia, e' un capolavoro pop-beat: melodia catchy, commovente, voce intonata e pulita, piano che conduce e testi che parlano di un amore adolescenziale ai limiti dell'erotico. Con Ring of Hands nel 1971 i primi attriti cominciano a farsi sentire, e l'abum vive di momenti Argent-oriented ed altri Ballard-oriented. L'unico brano tratto da questo disco e' Pleasure, terza traccia, un altro capolavoro pop molto Beatles nello stile. Con All Together Now, 1972, il divario fra i due musicisti si amplia ulteriormente, ma l'album ne trae inaspettatamente vantaggio, risultando diviso in canzoni tendenzialmente hard/rock'n'roll, ed altre spiccatamente prog. La prima tipologia e' quella piu' convincente e i brani Hold Your Head Up e Keep On Rollin', rispettivamente quarto ed ottavo dell'antologia, presentano melodie indovinate, andamenti sostenuti, soli di piano ed organo, ed un'atmosfera generale allegra e rassicurante. Arriviamo quindi al 1973, anno in cui viene pubblicato il criticatissimo In Deep: album sempre nettamente diviso fra pezzi scritti da Argent ed altri scritti da Ballard, ma questi ultimi raggiungono il loro apice di pacchianita' e velleita' commerciali, tanto che molti progster non hanno mai perdonato cotanta sfrontatezza e hanno di conseguenza depennato gli Argent dalla lista delle band progressive (scrive George Starostin: "This is possibly the cheapest piece of trash ever written by Mr Ballard."). La canzone sotto accusa e' God Gave Rock And Roll to You (numero 7), l'imputazione e' l'aver deliberatamente tratto ispirazione dalla musica gospel piu' becera ed aver peggiorato la situazione con un testo banale ai limiti del sopportabile. Secondo il mio modesto parere, e' un brano carino ed orecchiabile, c'e' ben di peggio nel prog moderno. La seconda traccia tratta da questo disco e' It's Only Money (Part I), che figura come seconda canzone dell'antologia, e risulta molto prog oriented, seppur siamo lontani dal capolavoro. Arriviamo al 1974 e Nexus, l'ultimo lavoro con Ballard che in questo album partecipa meno in fase di scrittura (causa ostracismo di Argent?). La band prova a virare stile ancora una volta ma cio' che ne esce fuori e' un'accozzaglia disordinata e disomogenea di prog, hard, pop ed elettronica. L'unico pezzo estratto e' Thunders and Lightning, interessante piu' che altro per il tentativo di sperimentazione con sonorita' che saranno poi sviluppate meglio dai Kraftwerk. Qui finisce l'album, e' quasi il 2013 e io devo andare a festeggiare.