lunedì 20 agosto 2012

Un Paese vecchio

Ora, qui scado nel banale: il problema principale dell'Italia e' che e' un Paese vecchio, stantio, bloccato, incapace di mettersi in moto per crearsi un futuro migliore. Sono tornato per due settimane nella mia citta' natale, Matera, nel Mezzogiorno piu' profondo e spiccato, e purtroppo non ho notato niente che mi facesse sperare in un cambiamento. Ovviamente in quella zona tutto pare amplificato, vuoi per l'eta' media abbastanza alta, vuoi per la quasi totale assenza delle istituzioni, vuoi per la mancanza di contatti con il mondo esterno. D'altronde questo immobilismo si nota dalle piccole cose: dalle resistenze nell'accettare i diritti per le coppie di fatto, o semplicemente da quanti vorrebbero Del Piero ancora alla Juve, o da quelli che auspicano un ritorno alla lira (ne ho incontrati). Una citta' in cui la gente si gira a guardarti se stai parlando al telefono in inglese, figuriamoci come reagirebbe alla presenza di uno straniero. E purtroppo ho avuto la malaugurata idea di portarci la mia compagna, la quale non potrebbe essere piu' mista di cosi'. A parte gli sguardi fissi della gente, inclusi i miei parenti, cio' che piu' l'ha infastidita e' stata l'impossibilita' da parte di questi di relazionarsi con lei. Il termine "xenofobia" indica la paura dello straniero, ed e' stato proprio quello che ha avvertito. Non un sorriso, non una domanda a chiederle cosa fa e cosa non fa. Lei e' una donna estremamente tollerante quindi non se l'e' presa troppo ma mi ha chiesto come potrebbe mai portare i suoi genitori, un afro-americano ed una coreana di nascita, in un posto del genere. Ho avuto la sensazione di essere fra persone incapaci di proiettarsi verso il futuro, ancorati ad una realta' ferma ed immutabile, spaventati dall'idea di qualcosa di diverso. Insomma non in grado di aprire la propria mente neanche quando hanno trovato la porta aperta.